Settimane di intenso studio e duro impegno hanno visto protagonista il nostro volontario Giordano Ciccarelli, già Vice Presidente e Delegato dell’Area Emergenze del Comitato CRI di Monterotondo, che lo scorso 29 luglio ha conseguito a Jesolo, presso il Centro di Formazione CRI, il Titolo di Istruttore di Diritto Internazionale Umanitario.
L’iter di selezione, interrottosi bruscamente lo scorso anno a causa della pandemia, è ripreso a maggio di quest’anno con due prove di ammissione: la prima in modalità mista con test a crocette e a risposta multipla e la seconda online difronte due commissioni per valutare la conoscenza sia del Diritto Internazionale Umanitario sia dei Principi e della storia di Croce Rossa.
Il XL Corso Nazionale per Istruttori di Diritto Internazionale Umanitario ha consentito ai partecipanti, provenienti da tutta Italia, di trascorrere due settimane, dal 16 al 29 luglio, tra lezioni ed esercitazioni e affinare così non solo la conoscenza del Diritto Internazionale Umanitario ma anche le tecniche di comunicazione a scopo didattico, senza tralasciare mai l’elemento multidisciplinare e ludico dell’insegnamento. I volontari hanno potuto infatti confrontarsi con frammenti di film, che ben descrivevano situazioni conflittuali, e con il gioco di ruolo, Raid Cross, per vivere in prima persona le sensazioni provate dagli attori che ogni giorno sono coinvolti nelle aree di conflitto.
Ma cosa spinge un volontario a diventare Istruttore DIU? L’abbiamo chiesto direttamente a Giordano che ha voluto raccontare in prima persona le emozioni appena vissute.
Come è nata l’idea di affrontare questa nuova avventura?
“Due ragioni mi hanno spinto a partecipare, una personale e una più istituzionale. Come saprete il nome originale del Diritto Internazionale Umanitario (DIU) è Diritto Internazionale dei Conflitti Armati. Prima di entrare in Croce Rossa, in quella che amo definire la mia prima vita, facevo parte dell’Esercito: in quei quarant’anni di lavoro con le stellette mi sono accorto che del Diritto in tempo di guerra mi avevano parlato in pochi, mentre invece, reputo fondamentale che un soldato sappia cosa possa e non possa fare durante un conflitto. Mi era rimasta quindi la voglia di colmare, magari un po’ tardi, questa lacuna. La seconda ragione è che Croce Rossa nasce con il DIU, anzi forse lo inventò proprio Dunant nel corso e al termine della battaglia di Solferino, almeno nei suoi concetti base. Se è vero che il DIU è così importante per la storia e lo spirito della CR, è anche vero che risulta essere uno degli argomenti più ostici da digerire per i volontari, specialmente durante il Corso di Formazione per Volontari CRI. Mi son detto quindi perché non fare la mia parte per rendere più edibile questa materia?”
Com’è stato ritrovarsi in gruppo con altri volontari provenienti da regioni diverse?
“Importante, credo che la diversità rappresenti uno dei punti di forza per una Società nazionale. Che da statuto deve infatti impegnarsi ad accogliere volontari provenienti da ogni parte del paese e da ogni settore. Questo per rendere la Società stessa simile all’ambiente in cui sarà chiamata ad operare e di conseguenza ben accetta a chiunque. Il corso Istruttori DIU mi ha permesso di toccare con mano questa realtà. La possibilità di fare rete sarà una delle cose di cui più farò tesoro da questa esperienza, conoscere persone provenienti da tutte le parti d’Italia che con te condividono i valori di Croce Rossa ma anche la passione per il Diritto”.
Tra tutte le attività svolte quale ti ha entusiasmato di più? Quale invece ti ha messo di più alla prova?
“Probabilmente l’attività in gruppo è quella in cui mi sono ritrovato più coinvolto. Faticosissimo mettere d’accordo tante teste differenti ma allo stesso tempo mi ha permesso di osservare e analizzare i problemi da nuove prospettive. L’attività che invece mi ha messo di più alla prova è stata quella ludico-interattiva, sicuramente nelle corde dei partecipanti più giovani che mi hanno sfidato ad interpretare personaggi non propriamente in linea con la mia personalità facendo appello alla teatralità e venendone comunque fuori.”
Che emozioni hai provato durante la cerimonia finale?
“Della cerimonia finale mi ha fatto un certo effetto il tifo da parte degli altri partecipanti al momento della consegna del mio diploma. Diciamo che non ero il più senior dei partecipanti ma poco ci mancava e nonostante tutto ho sentito che nel gruppo mi ero ritagliato il mio ruolo. Dato che eravamo un insieme piuttosto eterogeneo per età, provenienza e vissuto personale, questa cosa mi ha fatto molto piacere.”